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Mathis Wackernageol, il padre dell'impronta ecologica: "Partire dai trasporti"

di Eleonora Della Ratta

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28 settembre 2009

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Come possiamo portare l'Earth Overshoot (il giorno in cui il nostro consumo di risorse naturali sorpassa la produzione naturale annua della Terra) al 31 dicembre? Quanto dovremo ancora lavorare per arrivare a questo risultato?
Per ogni punto percentuale di cui abbassiamo l'Impronta ecologica dell'umanità, l'Earth Overshoot si allunga di tre giorni. Ma questa riduzione non è un peso, ma il miglior investimento per noi stessi. Quando ogni leader di una città, paese e impresa capirà che lavorare a favore di un bilancio ecologico, invece che contro, è il miglior modo di restare competitivi e di prepararsi per il futuro, si comincerà a prendere decisioni politiche e a guidare le innovazioni tecnologiche di cui abbiamo bisogno per vivere nel rispetto della natura. E questo, ovviamente, riguarda ciascun individuo che può spingere i propri leader all'azione. E' importante anche capire che spingere il Earth Overshoot day al 31 dicembre non è un risultato sufficientemente positivo: noi dividiamo questo pianeta con 10 milioni di altre specie e anche loro hanno bisogno del loro spazio. Alcune grandi organizzazioni stanno ipotizzando di arrivare a questo risultato entro il 2050: suona un risultato eroico, ma allo stesso tempo potrebbe essere un processo troppo lento. Più a lungo aspettiamo, maggiore sarà lo preco con cui riempiamo il lavandino - come l'atmosfera, pattumiera della CO2 che emettiamo – e il consumo delle scorte naturali – come l'acqua, la pesca, il disboscamento e la perdità delle biodiversità. Agendo più velocemente otterremo maggiori benefici.

Come padre dell'impronta ecologica, insieme a Rees, si aspetta un riconoscimento come il premio Nobel?
Il Premio Nobel non ha una categoria sostenibilità. C'è un premio per l'economia, ma al momento la principale teoria economia è piuttosto cieca al problema del consumo delle risorse e ai problemi ambientali. Il miglior premio, comunque, sarebbe se i leader e il pubblico cominciassero a riconoscere che vivere all'interno del budget naturale, invece che contro di esso, è nell'interesse assoluto di città e paesi. Se i ministri cominciassero a sudare quando si accorgono che i loro paesi stanno aumentano il proprio deficit ecologico, allora noi saremmo sulla pista giusta, perché adegueranno le loro azioni alla realtà di un un pianeta meraviglioso. Le risorse di un pianeta vivente, della nostra Terra, non sono né troppo poche né troppe, ma giusto quello di cui abbiamo bisogno.

28 settembre 2009
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